Il libro Bellissime (ed. Fandango libri) di Flavia Piccinni è frutto di un lavoro meticoloso sul mondo della moda per bambini,
fatto da bambini ma voluto dai genitori e dalle case di moda in una modalità che ha in sé qualcosa di agghiacciante. Dopo averlo letto non vi verrà più in mente di chiamare principessa vostra figlia senza averci pensato almeno due volte.
E‘ uno di quei libri che leggi tutto ad un fiato, che parla di un mondo che riconosci e che ti spaventa ma – pensi – non ti riguarda da vicino. Ma ne siamo sicuri?
Dai centri commericali del napoletano, alle periferie toscane, passando per l’hinterland milanese, Flavia Piccinni ha compiuto un viaggio nei gironi infernali delle sfilate e dei concorsi di bellezza per bambini dai 0 ai 7 anni circa (è questa l’età più richiesta) in cui i genitori (soprattutto le mamme) sgomitano, compiono viaggi enormi, spendono grandi cifre pur di veder sfilare o premiare o far fotografare la propria piccola vestita e truccata da modella. E non importa se il claim è bambini vestiti da bambini. In questo mondo c’è molto poco di quello che da queste parti chiamiamo ancora infanzia.
Uno dei fotografi più noti di questi set ha dichiarato alla Piccinni: “Non ho figli e non ne voglio. Mi bastano i bimbi che vedo per lavoro. Non amo però particolarmente averci a che fare: creano un sacco di problemi e poi arginare i genitori non è sempre facile.[…] Il trucco sta nel non considerare i bambini sul set per quelli che sono, ma nel vederli come modelli. Punto e basta. Sono pagati? Bene. Allora devono fare quel che viene richiesto loro.”
Set, lavoro, ore, età, altezze: i bambini (soprattutto le bambine) di 6 o 7 anni lavorano anche 10 ore al giorno. Le mamme dicono: si divertono, per loro è un gioco. Che gioco mai può essere qualcosa in cui gli adulti ci guadagnano soldi veri? Che gioco può mai essere un luogo in cui i piccoli sono trattati da veri e propri prodotti commerciali?
C’è – inoltre – un dato culturale, educativo: un mondo, questo delle baby modelle, che può essere definito di nicchia e sommerso ma che è in sé un laboratorio permanente di stereotipi, di modelli di comportamento. Un fenomeno che trova molta assonanza con un atteggiamento sempre più dilagante nei luoghi social in cui mamme e figli si fotografano nella loro vita quotidiana per sponsorizzare marchi di moda o altro, dove la bellezza sta sempre in certi colori, forme, scintillii e in cui le bambine sembrano sempre un po’ principesse e i maschietti sempre dei furbacchioni, birichini. Un’infanzia che non viene mai protetta, mai lasciata in pace. Anzi, ora più che mai esibita, usata, condivisa, privata di una privacy necessaria al rispetto e alla tutela di ogni minore considerato alla stregua di un bellissimo oggetto da mostrare e di cui vantarsi con una retorica fastidiosa e limitante.
“C’è stato un momento in cui il corpo delle donne è stato scomposto nelle sue parti. Adesso sta accadendo lo stesso per le bambine… racconta a ilLibraio.it Flavia Piccinni. Si tratta di una riflessione che dovrebbe essere allargata e coinvolgere le madri, i padri, le autorità garante per l’infanzia e l’adolescenza.”
Bellissime è un libro che a tratti vi farà sudare freddo ma è un sudore necessario perchè quello che riguarda oggi queste bimbe (che imparano presto a essere simpatiche e maliziose) molto avrà a che fare con quello che sarà l’Italia nei prossimi trenta, quaranta, cinquant’anni.